Con qualche melanconia, nel "dant'anno", dedico alle ragazze che, ben più di mezzo secolo fa, m'hanno detto di no, il proverbiale verso della Commedia "Amor che a nullo amato amar perdona." (Se ben traduco: L'amore obbliga chi è amato ad amare a sua volta).
Gli è che non frequentavano il divin poeta?
Gli è che non le amavo abbastanza?
O gli è che il vate ha scritto una bischerata?
Vittorio

PS
Il post scherzoso per segnalare la lettura dell'intera Commedia fatta senza enfasi ma con precisione e garbo da Gisella Giagnoni, al Faraggiana di Novara, per Raiplay.
Ho odiato la Commedia da studente per le interrogazioni nelle quali guai a non esplicitare il significato di ogni virgola.
Non riesco ad apprezzarla colla lettura personale.
Ho tentato con i lettori più famosi, da Gassman a Benigni, ma amano più se stessi che Dante.
Con la Giagnoni i versi immortali fluiscono come la limpida corrente di un fiume o come le armoniose note di un concerto e me li godo, non è mai troppo tardi, anche se spesso non ne capisco l'esatto significato.