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23-09-2017

phg

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Andiamo al Mars, 2600m
Un saluto a tutti
Andiamo al Mars, 2600m.
Giornata stupenda, il 21 settembre, montagne nitide e cielo senza nubi, alle funivie Mucrone e via, dopo il laghetto del Rosso parte la traversata al Chardon e poi al Mars.
Oltre il colle Chardon, vado su un po' sulla via normale, quando una signora scende dal sentiero, agitata: "dov'è il posto più vicino per chiedere aiuto? Una nostra amica è caduta giù per un canale ripido, non si muove più, i telefoni non prendono, l'app GeoResQ non ha funzionato bene...sto cercando aiuto" Non dico cosa penso delle app, faccio subito il 112, che in emergenza funziona per qualsiasi gestore, anche dove non c'è copertura, infatti rispondono subito, mi trasferiscono al 118, un minuto di spiegazioni e dopo 10 min arriva l'elicottero.
Il passaggio dell'incidente è quasi banale, su sentiero a quota 2400 ca, molto meno impegnativo di altri pezzi. E' una salita su sentieri esposti, pendii fino a 75 gradi o salti ben peggiori, lì se sbagli puoi perdere la vita, ma sbagliare significa mettere un piede in fallo, magari per distrazione o ingiustificata confidenza, o non seguire le regole sacre nei punti impegnativi (tre arti in presa e uno solo da muovere), o non darsi assistenza tra compagni di comitiva se uno dimostra difficoltà. E la signora, a detta dei compagni, era esperta da una vita di escursioni, però aveva la bellezza di 77 anni.
Ma anche per i giovani, la concentrazione è d'obbligo, sempre. Volendo si può morire anche sulle nostre colline.
Proseguiamo salutando e facendo auguri in cui crediamo poco. L'emozione del momento ci ha feriti, guai però se ci condizionasse nel farci compiere errori, sarebbe meglio smettere e tornare. Proseguiamo e controlliamo ogni passo senza guardare il panorama. Si contempla da fermi, MAI camminando!!
Siamo in cima dopo 30 minuti, sarebbe un bel giorno perfetto, se non...
In discesa l'attenzione se possibile è doppia, e con calma ritorniamo alla stazione, con la sensazione di non aver fatto nulla di speciale, grazie alla grande cura posta nei movimenti. Qui ci dicono che la donna è deceduta per i traumi subìti.
E di morti al Mars ce ne sono parecchi, l'ultimo lo scorso giugno, e più di una lapide ricorda altre tregedie, v foto.
Nessuna di queste considerazioni vuol essere un invito a rinunciare, tornerei sul Mars domani, ma la morale è estremamente semplice: attenzione! ...conoscere i propri limiti e prendersi dei margini, rinunciare e non intestardirsi a proseguire quando non è tutto a posto, partendo dalle scarpe fino alla testa, dall'ambiente che deve essere sempre valutato (es. neve, ghiaccio o il semplice bagnato, meteo, nebbia, grande nemica, poi lo stato del sentiero e la friabilità delle rocce, ecc.), a dentro noi stessi, dove si impongono altre valutazioni.
La priorità è sempre data da attenzione e preparazione.
Ma anche per andare semplicemente in auto senza sotterrare ciclisti e pedoni, non solo per camminare in montagna.

Alla prossima
Ennio Bertona

Commenti: 3 - Scrivi commenti

Glauco Guaitoli

Non ci sarà mai una completa e cosciente consapevolezza di quanto sia sottile e delicato il filo a cui siamo appesi, e di quanto breve, inaspettato e repentino possa essere il passare dal "di qua" a "l'aldilà".
Forse non è un male fino in fondo, perché potrebbe magari costringerci ad una esistenza vissuta nella costante angoscia.
"Si nasce; si muore; ed in mezzo si vive". O almeno dovremmo provarci.

Bellissime le immagini di una splendida giornata in montagna, incluso il monito che le varie lapidi ci suggeriscono.

2017-09-24 18:31:47

Domenica Valleri

Sono d'accordo con tutto ciò che ha scritto il Sig. Guaitoli;
aggiungo anche che si leggono sempre volentieri, d'un fiato, i racconti teneri, reali ed emozionanti del Sig. Bertona, a volte si coglie la malcelata rabbia, nei confronti di chi non osserva le regole, in qualsiasi campo, ritenendosi comunque sempre il "più furbo".
Cordialità
Domenica S. Valleri



2017-09-24 23:33:58

Ennio Bertona

Saluto e ringrazio tutti
Quando sollecito una forte coscienza del pericolo non sottintendo che essa debba accompagnarsi a paure non gestite cioè angoscia, anzi invito sempre a provare, fino a un certo limite però, e non oltre.
La paura, quella sana, deve essere una vigilanza su cosa stiamo facendo, e quando dico che, soprattutto in montagna, bisogna talvolta rinunciare, è perché la valutazione del momento, se corretta, ci sta dicendo che siamo finiti senza margini o già in pericolo. In tal caso sarebbe assurdo continuare.
Cito Messner: "Bisogna avere paura, ma una paura giusta, che è coscienza e valutazione, non panico"
E poi io parlo solo di escursioni facili, però ricordo sempre che anche lì può andar male. È giusto ricordarlo, sempre.
Altra citazione: "le mie sono solo canzonette"
Evitiamo di stonare, però
Ciao

2017-09-25 09:09:41

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