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15-10-2017

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Il caso di Gattinara

"Il caso di Gattinara" rappresenta uno degli elementi più significativi della mostra "Prima del bottone. Accessori e ornamenti del vestiario nell'antichità" aperta al Museo di Antichità di Torino e visitabile dal 16 giugno al 12 novembre 2017.
Quanti ne erano a conoscenza nel nostro borgo?

Gianni Delsignore

Dal tabellone della mostra:
Le fibule giungono fino a noi grazie ai ritrovamenti archeologici. Quelle di una collezione privata come la Assi - qui presentata - sono spesso prive di contesto di ritrovamento e, grazie ai restauri dell’Ottocento, appaiono come splendidi gioielli intatti, ma non bisogna dimenticare che esse costituiscono comunque le testimonianze di un passato rimasto sepolto per secoli. Il materiale antico che emerge da uno scavo archeologico risulta spesso ridotto in frammenti ed è solo con gli studi e i restauri che è possibile ricostruirne la storia.
I recenti interventi archeologici (2016) effettuati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli grazie al sostegno di Snam Rete Gas per la costruzione del Metanodotto Vercelli-Romagnano Sesia, hanno permesso il ritrovamento di una estesa e prima d’ora sconosciuta necropoli e incinerazione del V - metà del IV secolo a.C. appartenente alla cosiddetta Cultura di Golasecca (dall’omonima località presso il Ticino dove avvennero i primi ritrovamenti agli inizi del XIX secolo).
Situata nel comune di Gattinara (Vercelli), la necropoli conta 76 sepolture entro fossa terragna con un ricco corredo metallico prevalentemente in bronzo (ma non mancano materiali in argento, ferro, ceramica e addirittura in legno), costituito da armille (bracciali), orecchini e ferma-trecce, ma soprattutto da fibule a sanguisuga, ad arco serpeggiante e a navicella miniaturistiche.
I materiali sono un esempio dell’evidente grado di frammentazione che si trova al momento dello scavo e dei restauri necessari. Il sito, che ha potuto essere indagato nella sua interezza, consente di ampliare la conoscenza sulle fasi finali della cultura golasecchiana (G III A1-3), ancora poco documentate in queste zone, permettendo uno studio attento dei corredi in metallo, della loro lavorazione e dei modi di uso antichi (tipo di deposizione, restauri antichi, utilizzi).
Significativa è una armilla a capi sovrapposti con ben 40 pendenti di varia foggia, appartenente al corredo di una ricca signora del secondo quarto del V secolo a.C., sulla quale il restauro e le analisi archeometriche non distruttive XRF (fluorescenza a raggi X) e SEM (microscopio elettronico a scansione), tuttora in corso, stanno mettendo in luce resti di materiali organici (tessuti in lino, semi) e pregiati (avorio lavorato, corallo) che raramente giungono fino a noi.

Commenti: 8 - Scrivi commenti

Fulvio Caligaris

Incredibile !
Un ritrovamento archeologico di enorme importanza nei nostri terreni, e nessuno ne sapeva nulla.
Forse la Soprintendenza dovrebbe comunicare ai gattinaresi quanto ha prelevato ed esposto a Torino, anche in considerazione che si parla di 76 sepolture, che stanno a significare una comunità importante qui presente nel 450 a.C..
E che stanno tuttora continuando a scavare ...

2017-10-15 22:21:24

Domenica Valleri

Se la memoria non mi inganna, un onesto ragazzo di Gattinara, qualche anno fa, eseguendo lavori edili in via P. Micca scoprì dei resti di una necropoli romana, fece denuncia alle Belle Arti e vi furono importanti ritrovamenti dell'epoca romana, estesi anche in via F. Mattai.
Saluti
Domenica S. Valleri

2017-10-16 02:23:43

Giorgio Lazzarato

Quando e dove è stato fatto il ritrovamento? E' forse quello fatto durante gli scavi del metanodotto?

2017-10-16 07:45:12

Marco Ferrara

Attualmente, presso l'area ove fu rinvenuta l'armilla e il resto della necropoli golasecchiana, non vi è alcuno scavo.

2017-10-16 15:11:41

Domenica Valleri

Ma questo bracciale dov'è stato trovato? Capisco che aleggia una certa reticenza. Non ne capisco il motivo.
Saluti
Domenica S. Valleri

2017-10-16 23:14:32

Marco Ferrara

Alla possibilità concreta che tombali o semplici inesperti possano improvvisati cercatori di tesori.
Nel vercellese non mancano e privare Gattinara dei propri beni non è vantaggioso per la comunità.
Molti di questi tombaroli, facendo leva sulla paura della gente verso le soprintendenze, hanno acquisito anche un certo rispetto da parte di molti studiosi locali o addirittura presso istituzioni, creando così molta confusione e creando allo stesso tempo molta dispersione sia storica che materiale.
La possibilità che in Gattinara si possa creare uno spazio per ospitare i manufatti non è così remota (basterebbe volerlo) e non c'è da guardare nemmeno troppo lontano per capire che piccole comunità (con meno abitanti di Gattinara) sono riuscite a creare depositi (non necessariamente musei) in grado di custodire in sicurezza i propri reperti.
Esempi ne abbiamo a Oleggio, a Castelletto Ticino, Arona ecc.
Scavi cene sono e ce ne saranno, tornando su luoghi già indagati....

2017-10-17 11:04:23

Domenica Valleri

Grazie Marco, della delucidazione.
I tombaroli certamente non cercano di notte, per portare la refurtiva nei Musei, vendono principalmente alla ghiotta Svizzera. Nelle nostre risaie, non so ora, mi dovrei informare, ma tempo fa i coltivatori -diretti- avevano trovato veramente tanti sesterzi; che fine abbiano fatto, non mi è dato di sapere. Si saranno trasformati in trattori e mietitrebbie.
Purtroppo così vanno le cose. Esistono per fortuna anche le persone perbene, le quali desiderano che tutti possano ammirare uno spaccato di vita, dell'usanza e tradizione dei nostri avi.
Cordialità
Domenica S. Valleri

2017-10-17 19:22:15

Gianni Brugo

E' comparso sul periodico on line "L'opinionista" un articolo sull'argomento. Si può leggere al seguente link:
http://www.lopinionistanews.it/notizie/scoperta-una-necropoli-di-2-mila-500-anni-fa-a-gattinara/

2017-10-17 21:17:33

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